Storia: nel 2006 il sindaco di Londra Ken Livingstone convoca i suoi colleghi di 18 grandi città (rapidamente salite a 40, da questo deriva il nome dell’associazione), come Milano, New York, Parigi, Rio de Janeiro, per valutare come operare in favore di città più vivibili, a misura d’uomo e ambientalmente sostenibili.
Da questo incontro nasce l’associazione C40 Cities, insieme a una serie di iniziative che nella loro enunciazione paiono essere non solo interessanti ma anche innegabilmente e logicamente da perseguire
I temi trattati riguardavano il contrasto dell’aumento della temperatura globale, il raggiungimento di zero rifiuti, la creazione di edifici a zero emissioni e il raggiungimento del riconoscimento del ruolo femminile e della parità di genere.
Si iniziò, tramite questi obiettivi, a parlare su come rendere il centro delle città vivibili riducendo l’uso delle auto, incentivando il trasporto pubblico e riducendo la distanza dei cittadini dai servizi e dalle infrastrutture pubbliche che dovrebbero essere sempre raggiungibili a piedi (o con “pedali”) in 15 minuti.
Gli edifici divengono sempre più efficienti energeticamente.
I costumi e le abitudini dovranno cambiare e piegarsi alle esigenze dell’ambiente, venendo definita la teoria della smart city; più precisamente, di una specie di città-giardino a misura d’uomo, che promuove il riappropriarsi degli spazi con l’aumento del verde disponibile.
Teoria, appunto, perché si sarebbe dovuta basare sulla realizzazione di edifici e servizi facilmente raggiungibili, perché capillarmente diffusi sul territorio, abbinati a servizi pubblici efficienti, a basso prezzo ed ecologici.
Purtroppo tali progetti per Milano si stanno concretizzando differentemente: aumento dei ticket sui trasporti, riduzione dei percorsi e degli orari dei mezzi pubblici (senza auto dovrebbero viaggiare anche di notte), abbinata alla proposta di chiudere la parte centrale di Milano (Area C) a TUTTE le macchine, non solo quelle più o meno inquinanti ma anche a quelle ZEV (zero emissioni, come quelle elettriche) con buona pace di coloro che hanno sborsato, potendolo, fior di quattrini per tali veicoli.
In sordina si è poi iniziato a parlare di “Passaporto ecologico” un documento sul quale annotare i propri viaggi al fine di contingentarli, ponendo un limite agli spostamenti personali!
Allora, forse, l’articolo di Panorama in cui si profetizzava anche il divieto di acquistare più di tre vestiti all’anno, la messa al bando della carne, del latte e derivati, la schedatura degli spostamenti per ridurre la CO2, come obbiettivo formalizzato dai programmi di C40 Cities, da perseguire entro il 2030, non era frutto di una cattiva lettura dei programmi, dell’associazione, da parte del collega giornalista!
A questo punto, a quando un chip nel polso per monitorarci? Pardon, siamo arrivati pure tardi perché mi dimenticavo che c’è già Elon Musk che vorrebbe mettercelo nel cervello per …..
Pare che, a questo punto, l’idillio dei milanesi con il loro sindaco si stia deteriorando, forse non solo per colpa loro.
D’altra parte chi è nato e vissuto nell’epoca aurea dell’umanità con il grande sogno positivo e dinamico del new deal degli anni sessante non può tollerare che tutto finisca nella melassa esistenziale e passiva dell’insostenibile leggerezza dell’essere decadente in cui oggi siamo finiti.
Rimbocchiamoci le maniche!
Meditate, gente, meditate.